La reliquia di Zara

A Zara, in Croazia, nella Cattedrale di Sant’Anastasia, tra tanti altri tesori e reliquie, c’è una teca rivestita di argento contenente il capo di Sant’Oronzo; infatti sul retro della cassettina si legge la seguente scritta in latino: CAPUT SANCTI ORONTII MARTIRIS.

Come può una simile reliquia trovarsi in territorio straniero, a distanza di tantissimi chilometri dal luogo del suo martirio?

Secondo la tradizione, Oronzo e Giusto, condotti a Lecce al cospetto del rappresentante imperiale,  subirono un sommario giudizio al termine del quale fu pronunciata la condanna a morte per decapitazione. Portati fuori città, ad oltre un miglio verso il mare, furono decapitati e i loro corpi lasciati in balia delle bestie, come erano soliti fare i Legionari Romani. Qualche giorno dopo, i loro corpi furono piamente e segretamente portati in una casupola di campagna, di proprietà di una matrona leccese, di fede cristiana, di nome Petronilla e lì rimasero per oltre due secoli, sino a quando, nel 313 l’imperatore Costantino, con il famoso Editto, dava piena libertà di culto alla Chiesa di Cristo. Su quel posto, che per tanto tempo era rimasto segreto ritrovo di preghiera e di venerazione da parte dei primi cristiani, fu in seguito edificato un Tempio a Sant’Oronzo e San Giusto.

Purtroppo, quel tempio e ogni altra testimonianza della cultura romana e della fede cristiana furono pesantemente sottoposti alle immani distruzioni apportate dalle numerose e diverse invasioni di popoli barbari, i Goti prima e i Longobardi poi.

In conseguenza di ciò, a Lecce e in tutto il territori si spense il culto per Sant’Oronzo. Inoltre, il vescovo di Lecce, come tanti suoi colleghi, dovette fuggire a Siponto, portando con sé la reliquia di S. Oronzo, la più preziosa della Chiesa Leccese, per non farla cadere in mano agli infedeli; questo può spiegare l’esistenza del culto per Sant’Oronzo nella città di Siponto, come riportato nella Bibliotheca Sanctorum.

A Siponto il vescovo, sempre allo scopo di trovare un sicuro rifugio per le sé e la reliquia di Sant’Oronzo, dovette imbarcarsi per Salona, sulla costa dalmata e da qui a ZARA, città importante della costa dalmata, a tal punto da avere ospitato, nella Chiesa di Sant’Anastasia, anche le spoglie di San Marco, prima che queste fossero prese dai veneziani.

 

 

Per un approfondimento storico sull’argomento, cfr: Osvaldo Buonaccino d’Addiego-Donato Labate: Sant’Oronzo: storia di un culto, quaderno n. 10 sulletracce – 2007